
La serie
Myst iniziò nel ’96 e come già detto molte volte, è stata la base per altri sviluppatori nel prodigarsi a creare dei cloni più o meno uguali. Questa serie ha raccolto un numero spaventoso di appassionati che non hanno esitato ad acquistare altri titoli che si avvicinassero in qualche modo al lato grafico, alla trama e agli enigmi forse qualcuno si è avvicinato di molto ma credo che l’intensità, l’alone particolare che ha caratterizzato questa fortunata serie non possa essere in alcun modo emulata o clonata. La
Cyan ha ideato questa serie e solo una volta l’ha affidata ai
Presto Studios, e sto parlando di
Myst Exile. Ha poi ripreso in mano la situazione con
Myst Revelation e per poi concludere la saga con questo
Myst V che andiamo ad analizzare. La storia di Myst ormai la conosciamo tutti, quindi inutile ripetersi in un lungo monologo se non per dire che la dinastia D’ni aveva la grande capacità di creare mondi avvalendosi solo della scrittura. Atrus e la sua famiglia sono gli unici sopravvissuti e in qualche modo cercano di ripristinare le Ere o Mondi per permettere alle generazioni future una vita migliore e di far rivivere l’antica dinastia; l’idea è lodevole e come tutte le cose fatte a fin di bene trova sempre degli ostacoli in mezzo, sia umani che vari problemi tecnici. In tutti questi capitoli Atrus ti ha chiamato per aiutarlo e tu accorri sempre speranzoso che sia l’ultima, ma è difficile mantenere la serenità perché c’è sempre qualcuno che vuole impossessarsi del potere. Ora siamo all’epilogo di tutta la storia di Myst e all’inizio ti troverai nella grotta dove hai conosciuto per la prima volta Atrus tutto è in stato di abbandono anche perché ormai Atrus sta morendo e la sua lettera iniziale ti fa capire il suo stato d’animo dovuto ai suoi fallimenti. In una stanza successiva trovi sua figliaYeesha, ormai adulta, che ti darà alcune indicazioni utili e ti parlerà di una tavola in pietra che ha il potere di comandare un popolo i Bahro, che per anni ha vissuto sotto la tirannia dei suoi possessori. Il tuo compito sarà di “liberare” questa tavola visitando altre quattro ere e decidere cosa fare per ripristinare la dinastia D’ni. Oltre a Yeesha incontrerai Esher che ti seguirà passo-passo nel tuo girovagare e ti aiuterà indicandoti il da farsi. Avrai bisogno anche degli aiuti dei Bahro, utilizzando delle tavole in pietra per comunicare con loro e usufruire di doti magiche che posseggono, semplicemente disegnando dei simboli che scoprirai durante il tuo percorso.
Per chi ha giocato ai precedenti titoli e specialmente a Myst IV Revelation, subirà un effetto di diversità grafica notevole; in Revelation si era quasi al paragone di “fotografia” dovuto a una cura grafica molto particolareggiata e curata fin nei piccolissimi particolari, a personaggi interpretati da attori veri che ne hanno esaltato il titolo. In “End of Ages” le cose sono radicalmente diverse il comparto grafico pur essendo in 3D, non offre la spettacolarità che forse ci si aspettava e si nota subito un ritorno agli albori. Questo non vuol dire che sia scadente, anzi, ma sicuramente non l’impatto non è dei migliori e fin da subito la scarsità di profondità salta all’occhio. I mondi che visiterete sono indubbiamente molto reali ma non hanno l’intensità di colore e di profondità che ha caratterizzato i precedenti titoli ad eccezione del mondo stellato di Todelmer, dove la grafica cambia completamente dando veramente un senso e una visione di un mondo surreale e avvolgente. In questo titolo i personaggi non sono più in “carne e ossa”, ma sono realizzati in computer grafica e devo dire che sono talmente ben fatti da sembrare veri, ovviamente la diversità è lampante ma bisogna tener conto che hanno delle espressioni facciali e movimenti del corpo creati in maniera quasi perfetta.Prima ho accennato di un ritorno grafico agli albori e la stessa cosa vale per il sonoro, le musiche di sottofondo sono sporadiche e non incidono più di tanto, a differenza dei rumori di fondo che intervengono nei momenti giusti e sono riferiti agli stessi che hanno caratterizzato il primo Myst. Ogni macchinario, ogni leva, ogni situazione particolare è caratterizzato dal suo suono e credo sia inutile dire che sono perfetti, sia come qualità che come sincronismo. Il gioco è parlato in inglese con sottotitoli in italiano, le voci dei pochi personaggi sono adeguate alle situazioni anche se mancano un po’ di interpretazione e il labiale è perfetto. Come da prassi, anche questo titolo è in prima persona e stavolta ci è data possibilità di scegliere il tipo di movimento che desideriamo classico punta e clicca; classico punta e clicca con posizionamento in automatico nel luogo di interazione, con a volte una certa imprecisione e si dovrà ruotare manualmente per posizionarsi nel punto desiderato e infine la tastiera per muoversi nelle varie direzioni con la rotazione a 360° utilizzando il mouse. Le direzioni vengono indicate dalla classica manina con l’indice alzato che cambierà forma quando potremo prendere o interagire con qualcosa. Spostando il mouse in alto a destra appariranno delle icone un globo azzurro che serve per salvare e riprendere poi dal punto esatto tramite il libro marrone, dove vedrete la foto del luogo e del momento esatto del salvataggio. Il libro di Yeesha dove dovrete mettere delle pagine che troverete durante il gioco e il libro degli incontri che si aggiornerà man mano che qualcuno vi darà delle indicazioni e che potrete sempre consultare. I mondi da esplorare sono 5 e tutti poco vasti, quindi dimenticatevi lunghe passeggiate, ma tutto è concentrato in un raggio molto ristretto di esplorazione dove non risulterà difficile capire cosa si deve fare. Non dimentichiamo che Esher sarà il nostro mentore e molte volte ci dirà lui l’azione da intraprendere, quindi dovremo solo guardarci intorno per trovare qualche indizio e risolvere l’enigma. Forse gli enigmi più tosti sono nella parte iniziale del gioco dove dovrete aprire dei ponti per accedere alle “bolle” che saranno il mezzo di trasporto per gli altri mondi; una volta fatto questo dovrete solo stare attenti ai simboli che troverete in giro, a quello che vi sarà detto, a qualche documento, per arrivare alla soluzione finale senza particolari intoppi. Una difficoltà che si può trovare, ma superabile dopo pochi tentativi, è disegnare dei simboli su delle lastre di pietra ho parlato del popolo dei Bahro, esseri con doti magiche che dialogano solo tramite questi simboli su pietre e quindi si dovranno disegnare a “mano libera” come se fosse un paint le prime volte sicuramente i disegni non saranno accettati e vi toccherà rifarli, ma poi sarà tutto scorrevole una volta capito il meccanismo.

Tiriamo le somme di questo “Myst-End of Ages” che conclude una saga iniziata un decennio fa. Sicuramente il titolo è apprezzabile sotto tutti i punti di vista, non abbiamo certo le caratteristiche dei predecessori, ma Myst è sempre Myst. Il fascino, la particolarità, l’alone di un mondo surreale dove vorremmo tutti vivere, è sempre presente anche se alcune cose hanno perso di qualità e la mancanza di un certo spessore ci fa pensare a un titolo uscito forse un po’ in fretta, per concludere definitivamente e magari concentrarsi su qualche altro progetto.
Da fare.
Voto:
76/100
Soluzione
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