
Che dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle sia scaturito il più famoso e immortale personaggio che risponde al nome di
Sherlock Holmes, ormai è cosa risaputa. Lo è altrettanto il fatto delle numerose trasposizioni videoludiche come:
The Lost Files of Sherlock Holmes,
The Case of the Serrated Scalpel e
The Case of the Rose Tattoo, senza dimenticare
Il Mistero della Mummia, sempre ad opera di
Frogwares, che ha voluto implementare la serie con questo titolo. Holmes e Watson vengono invitati a una serata di gala che inizia e finisce con l’assassinio del padrone di casa: un ricco londinese non molto stimato nella società che conta e naturalmente circondato da una cerchia di nemici e di avidi collaboratori.. I sospetti ricadono subito sulla figlia della vittima appena rimpatriata dopo anni di studio all’estero. Ha la furbizia o mancata accortezza, di farsi sorprendere sulla scena del delitto con la pistola in mano. Immancabilmente escono alla luce i recenti attriti fra padre e figlia e l’eredità che spetterebbe a quest’ultima. Appena iniziano a spuntare altri cadaveri, ecco che il giallo s’infittisce e il nostro Sherlock dovrà fare luce sul mistero indagando in una Londra Vittoriana del fine ‘800, affiancato da Watson. La trama, molto limitata e scontata, non permette d’immedesimarsi nell’avventura, l’atmosfera iniziale del delitto non è sufficiente ad immergere il giocatore nell’alone investigativo. Manca quasi totalmente una suspense e in quei pochi momenti di colpi di scena, si ha la netta sensazione di un “visto e rivisto” e non si riesce in alcun modo ad affezionarsi ai personaggi ad esclusione di Holmes, Watson e dell’ispettore Lestrade. La grafica è ben colorata e molto particolareggiata: punto di forza di questo titolo. Gli interni in ambientazioni vittoriane hanno una cura maniacale: quadri, tappezzerie, sopramobili, ricami, tavole, tappeti..etc.. Stupendi effetti di luce su ogni singolo fondale bidimensionale magistralmente pre-renderizzato. Filmati dalla qualità altalenante e da inquadrature discutibili, animazione dei personaggi in modelli tridimensionali alquanto legnosi e non sempre ben curati. Insomma, un bel miscuglio di cose buone con altre meno buone, ma tutto sommato è abbastanza gradevole alla vista anche se alcuni punti potevano sicuramente essere migliorati. La colonna sonora è composta da pezzi di musica classica, spaziando tra Dvorak a Tchaikovski, che in molti casi non sono adeguati all’atmosfera del gioco; in alcuni casi sembra quasi che siano di“disturbare”. Effetti sonori da dimenticare e il doppiaggio in inglese a volte sfiora persino il ridicolo. L’unica voce che rientra nella norma è quella di Watson: abbastanza apprezzabile. La localizzazione dei sottotitoli in Italiano è buona, escludendo qualche traduzione non proprio perfetta e qualche errore di grafia.
L’avventura è lineare e suddivisa in cinque giornate dove a turno si avrà il controllo sia di Holmes che di Watson; il passaggio avviene con un cambio di prospettiva dove a Holmes toccherà l’analisi delle scene dei delitti e a Watson la ricerca di documentazione o di testimoni. La raccolta degli indizi è abbastanza appassionante, mentre per quanto riguarda le testimonianze e l’esame scientifico delle prove è in modo molto pilotato. Tutti documenti e gli appunti sono nel diario di Holmes e vanno riletti molte volte perché alcuni possono essere duri da decifrare: scarabocchi, scritti poco comprensibili.. Al termine della giornata d’indagine, si devono affrontare dei quiz rispondendo con un “Si” o un “No”, in modo corretto, per ricapitolare tutta la situazione. Le risposte vanno date scegliendo tra le prove, indizi e testimonianze reperibili nel diario. Credo siano un buon espediente per sopperire alla carenza di enigmi, anche se talvolta si rivelano frustranti: una sola risposta errata e si dovrà rivedere il tutto. La maggior parte del tempo sarà dedita alla ricerca d’indizi nelle dettagliate ambientazioni: le prove possono essere nascoste dappertutto e di varie forme: impronte, oggetti, residui di sostanze, documenti... spesse volte sono difficili da individuare e la caccia al “pixel” è quasi una regola. Altro fattore molto importante sarà l’interrogare i testimoni per risolvere il caso: niente fiuto di detective, ma limitarsi a considerare le opzioni di dialogo con i personaggi. Gli enigmi con l’uso di oggetti in inventario sono molto pochi e semplici ed i puzzle sono concentrati in un unico ambiente, dove si va dal decifrare un codice di una cassaforte, matematici abbastanza ostici fino a due snervanti sequenze d’azione: una fase stealth e un labirinto a tempo che metterà a dura prova i nervi del giocatore; gli spostamenti a volte risultano problematici anche in alcune normali fasi di gioco dove per passare da una schermata all’altra bisogna scovare icone a forma di piedi che appaiono un po’ come vogliono.. quindi immaginiamo di avere guardie e cani che ci corrono dietro con il tempo contato e di trovare l’icona per muoverci..da suicidio!
Siamo di fronte ad un gioco che avrebbe potuto avere diverse qualità, ma molte cose lo classificano appena oltre la media. Una grafica molto curata vanificata da diversi bug quali: la sceneggiatura e dialoghi non all’altezza, una trama scontata e senza colpi di scena e una mancanza quasi totale di enigmi. Essendo davanti al principe dell’investigazione, non possiamo certo esimerci da alcune buone cose che indubbiamente ci sono, anche solo il fatto che è da fare per i patiti della serie.
Nella media.
Voto:
67/100
Soluzione
Savegame
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