Cast: Jonathan Pryce, Gilda Radner, Gene Wilder, Eve Ferret, Bryan Pringle, Paul l. Smith, Peter Vaughan Regia: Gene Wilder Sceneggiatura: Terence Marsh, Gene Wilder Data di uscita: 1986 Genere: Commedia
Trama del film Abduction:
Nathan (Taylor Lautner) è un ragazzo che da tempo ha dei problemi con i genitori. Un giorno, navigando su internet, scopre una sua foto da bambino pubblicata su un sito dedicato alle persone scomparse, capendo così che quelli che l'hanno cresciuto non sono il suo vero padre e la sua vera madre. Una scoperta che scatenerà una serie di eventi drammatici e violenti.
Ieri sera ho visto questo in DVD affittato...,interessante in crescendo..,si può vedere.
Cast: Jonathan Pryce, Gilda Radner, Gene Wilder, Eve Ferret, Bryan Pringle, Paul l. Smith, Peter Vaughan Regia: Gene Wilder Sceneggiatura: Terence Marsh, Gene Wilder Data di uscita: 1986 Genere: Commedia
Anna si precipita in macchina nella pioggia, dopo una lite furibonda col suo fidanzato, e si risveglia sul tavolo preparatorio per il suo funerale. Eliot, la persona che si occupa di prepararne il corpo, le spiega che, anche se a lei sembra di essere ancora viva, in realtà è nel limbo che precede la morte e che lui riesce a comunicare con lei tramite la sua capacità di parlare coi morti.
Ma in realtà non è ancora finita perché Anna non ha accettato la sua condizione e si oppone al destino che la attende. Eliot la rassicura e le parla, perché lui ha un dono che gli consente di sentire i morti e di vederli per quello che sono nella fase di transizione, e mentre la prepara lei si lascia lentamente convincere. Ma la paura permane, e Anna continua a pensare di non essere morta affatto, e che Eliot sia soltanto un pericoloso psicopatico che l'ha drogata e che si propone di seppellirla viva.
Giocato sul filo di un'ambiguità svelata soltanto nel finale, questo After.Life gioca a più livelli sulla paura della morte e su quella della vita, che paiono affliggere in eguale misura i protagonisti
Anna si precipita in macchina nella pioggia, dopo una lite furibonda col suo fidanzato, e si risveglia sul tavolo preparatorio per il suo funerale. Eliot, la persona che si occupa di prepararne il corpo, le spiega che, anche se a lei sembra di essere ancora viva, in realtà è nel limbo che precede la morte e che lui riesce a comunicare con lei tramite la sua capacità di parlare coi morti.
Ma in realtà non è ancora finita perché Anna non ha accettato la sua condizione e si oppone al destino che la attende. Eliot la rassicura e le parla, perché lui ha un dono che gli consente di sentire i morti e di vederli per quello che sono nella fase di transizione, e mentre la prepara lei si lascia lentamente convincere. Ma la paura permane, e Anna continua a pensare di non essere morta affatto, e che Eliot sia soltanto un pericoloso psicopatico che l'ha drogata e che si propone di seppellirla viva.
Giocato sul filo di un'ambiguità svelata soltanto nel finale, questo After.Life gioca a più livelli sulla paura della morte e su quella della vita, che paiono affliggere in eguale misura i protagonisti
Non ho visto questo film, dovrò rimediare anche perchè mi incuriosisce parecchio, deve essere alquanto claustrofobico e....mortale.
Bella presentazione, bravo HYDE.
la verità e là fuori, ma non fidatevi di nessuno...
Il Maniero di Eel Marsh si ergeva alto, spaventoso e isolato, mentre si affacciava sulla distesa infinita e paludosa dietro la strade delle Nove Vite, da qualche parte della costa orientale dell'Inghilterra.
Qui la signora Alice Drablow visse - e morì- da sola. Arthur Kipps, un giovane avvocato, viene incaricato dal socio anziano dello studio legale di lasciare Londra per presenziare al funerale della donna e quindi raccogliere tutti i suoi incartamenti. Il suo è un compito solitario e all'inizio Kipps è del tutto all'oscuro dei tragici segreti che giacciono dietro le finestre sbarrate della casa.
L'iniziale senso di fiducia del giovane Kipps presto si tramuta in disagio, il disagio in ansia, l'ansia in orrore quando si ritroverà faccia a faccia con una giovane donna dal volto devastato, tutta vestita di nero.
Chi è quella donna? Perché è lì? Kipps si pone domande a cui però la gente del posto non può o non vuole dare risposta. Essi si rifiutano di parlare della "donna in nero", o anche di riconoscere la sua esistenza. Perciò Arthur Kipps deve aspettare di rivederla e solo allora silenziosamente lei rivelerà la sua identità e il suo terribile scopo.