I ragazzi della Frictional Game ebbero l’ardire e l’ottima idea di lanciare una nuova tipologia di gioco, basata sulla piena interazione dell’ambiente e non come siamo abituati, ma in maniera diversa. Chi ha giocato ai precedenti episodi di Penumbra capisce perfettamente il senso di queste parole; per chi non l’avesse giocato leggetevi le recensioni di
Penumbra Overture e di
Penumbra Black Plague .
All’inizio fu la demo e visto il buon successo decisero di creare una trilogia che per motivi ancora non ben chiari si fermò al secondo episodio. La storia iniziale è basata su Philip che si mette alla ricerca del padre scomparso prima della sua nascita. Una lettera ricevuta dopo la morte della madre lo porta nella gelida Groenlandia dentro una miniera dove accadono fatti raccapriccianti; avrà a che fare con esseri in cattività a causa di una mutazione genetica. In qualche modo riesce a venirne fuori senza aver dato una risposta alle sue domande. Di conseguenza si aspetta tutti il seguito per sapere come va a finire e puntualmente arriva con la speranza di chiarire.. infatti è solo speranza perché Philip ritrova il padre morto, ma il finale non rivela il perchè di tutto e rimane un po’ di amaro in bocca. La Frictional decide di produrre un’estensione: Requiem, che richiede anche l’installazione di Black Plague, per venire incontro alle richieste di molti dopo la delusione dell’epilogo del secondo episodio…tutti felici e contenti ci si aspetta finalmente di scoprire nuovi misteri, quali creature affrontare, quanti sobbalzi dalla paura di dovranno fare e soprattutto di avere risposte! Mettetevi comodi perché purtroppo non sarà così, i colpi bassi ci saranno ma colpiranno solamente i giocatori dall’ennesima delusione di non sapere nulla dell’epilogo e sarà l’unico brivido, in negativo, che si proverà.
Penumbra Requiem in maniera alquanto sfrontata, ricicla tutto quello già visto nei precedenti episodi, riferito alla grafica, al sonoro e alla giocabilità. Non vi è stata nessuna variazione sia come scenari che come particolari, l’unico piacere che si prova è la sensazione di angoscia e paura alimentate da zone cupe, dall’illuminazione ben dosata e dal sonoro che fa sempre presagire un qualcosa di terrificante e imminente. Cose già viste e vissute e forse è l’unico lato positivo di tutto il gioco, il resto è monotonia. Girare per i vari livelli senza un legame narrativo che li associ, recuperare dei diari e degli artefatti; solo degli spazi creati per mettere in pratica il già collaudato e innovativo gameplay. I livelli saranno nove e il solo scopo sarà di attivare dei portali per accedere al livello successivo, quindi girare per il livello, capire cosa fare e come uscirne, trovare e prendere l’artefatto e passare al prossimo livello. Non vi sarà inventario perché non c’è nulla da raccogliere, ma si dovrà in molti casi fare l’equilibrista sovrapponendo tutto quello che si trova per salire su una scala naturalmente mezza rotta, arrampicarsi su uno scaffale per recuperare un artefatto, buttare dei massi sopra una piattaforma per far scendere un ponte…insomma solo capire cosa fare e siccome gli ambienti non sono molto grandi e tutto è a portata di mano, non si impiegherà molto tempo e nemmeno molta materia grigia per risolvere ogni livello.
Per gli amanti della serie che si aspettavano una conclusione concreta, è indubbiamente una doccia fredda e si trovano tra le mani un semplice platform, indubbiamente molto dark e misterioso, ma lungi dal definirlo espansione come dovrebbe essere inteso. Solamente un’aggiunta di livelli senza uno scopo ben preciso che si porterà a termine in 4-5 ore. Se avete amato i primi due episodi e volete giocarlo solo per un fatto di “amarcord”, allora fatelo, se vi aspettate un rapporto finale per fugare i dubbi passati, allora Requiem non fa per voi!
Deludente
Voto 62/100
Soluzione
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