Il primo impatto con Valiant Hearts è decisamente potente: colpiscono subito l’aspetto grafico, fumettoso ma non comico, piuttosto in stile fumetto d’autore e con musiche che, fin dal tema iniziale, paiono attentamente studiate. Entrambi gli aspetti, man mano che si prosegue nel gioco, confermano l’impressione iniziale: grafica e sonoro spesso si sposano assai efficacemente nel creare un’atmosfera adatta al contesto. Si ha davvero l’impressione di poter vedere e “rivivere” quanto spesso è stato raccontato sulla Grande Guerra.
Altri aspetti molto positivi sono la storia e la narrazione. La storia è divisa in quattro capitoli, a loro volta suddivisi in sezioni, che vedono come protagonisti quattro personaggi: il francese Emile, l’afroamericano Freddie, la giovane belga Anna e il tedesco Karl, oltre ad un cane di nome Walt, tanto fedele quanto utile. Oltre ad essere assolutamente verosimile riguardo agli avvenimenti di quel periodo, la storia risulta da subito coinvolgente ed emozionante, senza far calare l’interesse fino alla fine. Se poi a questo si aggiunge una narrazione efficace e piena di pathos, ecco che possiamo dire di trovarci di fronte ad un gioco davvero trascinante. Almeno per un appassionato di punta e clicca.
In effetti, e arriviamo al gameplay, ci sono anche aspetti fondamentali del gioco che con un’avventura c’entrano poco o nulla. Ci si muove costantemente in un ambiente platform, ma la cosa di per sé non esclude il gusto di giocare un’avventura, perché è presente un comparto enigmi piuttosto vasto, per quanto non molto vario e di facile risoluzione. Credo sia quasi impossibile rimanere bloccati, al massimo si potrà trovare qualche difficoltà nel ricavare qualche combinazione, ma nulla più. I veri problemi sono dati dalla assai ridotta possibilità di esplorare e dal fatto che il più delle volte ci si ritrova in un vecchio platform degli anni 80/90: si spara, bisogna evitare bombe oppure tirarle, farsi strada colpendo oggetti o soldati… insomma, una serie di elementi action che rappresentano la parte preponderante del gioco. Ovviamente, come accadeva in quei giochi, si muore spesso (almeno a me è andata così) anche se si può ripartire subito da dove si era rimasti. I salvataggi sono automatici e avvengono alla fine di ogni sezione, dove un filmato e una voce narrante (presente anche in italiano, meno male!) anticipano la sezione successiva. Non ci sono dialoghi, per quanto i personaggi spesso comunichino utilizzando la classica nuvoletta da fumetto con dentro disegnato il messaggio. Tutti i personaggi sono giocabili, cane compreso e, in più circostanze, è necessario farli interagire per risolvere enigmi o semplicemente avanzare nel gioco. Ci si muove usando la tastiera, ma i tasti sono pochi e liberamente personalizzabili, un aspetto che non mi ha creato particolari problemi; tra l’altro a inizio gioco è presente un breve tutorial coincidente con l’addestramento di Emile, il primo dei personaggi ad entrare in scena.
Capita spesso di dover raccogliere degli oggetti da usare in qualche meccanismo, tipo leve o ingranaggi, ma non è presente un inventario. Infatti, se si raccolgono due oggetti in sequenza, il primo che era stato raccolto viene posato. E questo porta a un aspetto che in un altro contesto sarebbe stato molto significativo: non sono presenti hotspot. Gli oggetti da raccogliere non vengono evidenziati in alcun modo, neanche andandoci sopra. Quindi bisogna andare a vista, a intuito o a tentativi. Ma nonostante questo è difficile incontrare problemi, almeno per quel che concerne l’avanzamento nel gioco. Infatti all’interno di ogni sezione viene proposta una piccola sfida: trovare cinque oggetti, in qualche modo significativi nel contesto della Grande Guerra, che andranno a riempire una sorta di catalogo con dentro le forme degli oggetti da trovare. Il tutto è però puramente ornamentale, trovarli o meno non pregiudica l’avanzamento nel gioco.
In più di una recensione la giocabilità è fissata intorno alle cinque ore, ma credo che molto dipenda dal livello di abilità, di padronanza con gli elementi action del gioco: è molto probabile che quella di un videogiocatore medio sia tendenzialmente più alta di quella di un avventuriero. Nel mio caso, non essendo esperto di platform, arriva anche a dieci/undici ore.
Detto questo, è arrivato il momento di tirare le fila ed esprimere un giudizio complessivo. È giusto premettere che se avessi dovuto valutare il prodotto in sé, avrei dato un voto più alto: su Metacritic la versione per pc ha preso 79 e lo stesso vale per altre recensioni dove ha superato gli 80. Ma qui siamo amanti delle avventure grafiche e nel dare una valutazione non si può non tenerne conto. Siamo di fronte a un prodotto ibrido che presenta alcuni elementi tipici delle avventure, ma che nel gameplay è fondamentalmente un platform-action.
Questo non significa che non lo consigli, anzi: sfido chiunque a non restare coinvolto nelle peripezie dei vari personaggi, nelle loro storie, nelle motivazioni che li spingono al di là della mera sopravvivenza. Il gioco è capace di veicolare emozioni, anche forti, con un finale che potrebbe anche commuovere. Per di più adesso è facile trovarlo fortemente scontato all’interno dei vari saldi che Steam propone nel corso dell’anno, quindi può davvero valerne la pena.
Non per puristi, ma visto quanto può dare, si può fare!
Voto: 72