Intervista a Francesco Liotta - The Wardrobe

Discutete delle prossime AG in uscita per Pc.
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Giuseppe
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Intervista a Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da Giuseppe »

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Un benvenuto a Francesco Liotta e un ringraziamento per la disponibilità.
Grazie a voi per l’opportunità ed un saluto a tutti gli utenti di puntaeclicca.com
Innanzitutto perchè "CINIC Games?"
Mi fa piacere che tu me l’abbia chiesto, anche perché c’è tutto un significato dietro. L’idea nasce dal sistema GNU di Richard Stallman, il cui kernel venne poi abbinato ad altri dando origine fra i vari al kernel Linux. Disquisizione a parte, GNU è un acronimo ricorsivo che sta per “GNU’s Not Unix”. Noi abbiamo applicato il medesimo concetto aggiungendo anche quella che è una delle caratteristiche che ci caratterizza: il non-sense e la contraddizione. Ecco quindi che CINIC sta per: “CINIC Is Not an Indie Company”. Oltretutto qualcuno noterà una certa analogia con la famosa pipa di Magritte (“questa non è una pipa”), tanto è vero che a breve aggiorneremo il logo del team attingendo a piene mani da quell’opera.
Francesco Liotta si racconta.
Utilizzerò la terza persona per rendere più interessante una storia che di fatto è piuttosto ordinaria e che altrimenti risulterebbe assai più noiosa di quanto già non sia. Francesco nasce nel maggio dell’89 ad Erice e fin dai primissimi anni di vita ha la fortuna, per quell’epoca, di avere in casa dei PC, grazie al padre che lavora come grafico pubblicitario, e su cui mette fin da subito le mani. I suoi primi 2 giochi sono “The Secret of Monkey Island” e “Inca”, un’avventura grafica ibrida della Sierra. Nasce fin da subito un amore viscerale per il genere che porta avanti tuttora. Matura la volontà di lavorare nel game development negli anni delle scuole medie, quando inizia a realizzare i primi esperimenti con RPG Maker e altri tool analoghi. Negli anni liceali tenta di realizzare il suo primo progetto importante, “Seela”, una via di mezzo fra un’avventura grafica ed un gioco di ruolo. Paga lo scotto dell’inesperienza, dell’ancora inadeguata preparazione tecnica e dell’elevata grandezza del progetto, che finisce così per arenarsi. Si trasferisce quindi a Pisa per l’università, iscrivendosi ad Informatica. Nel marzo del 2012 nasce ufficialmente il progetto “The Wardrobe”, pensato inizialmente come progetto finale per una materia universitaria e successivamente diventato il progetto commerciale di cui oggi vi sto parlando. Gli anni pisani sono conditi dall’esperienza arbitrale, a cui è molto legato e a cui deve molto in termini di crescita personale, e da esperimenti di vario tipo nella scrittura e nella musica, a dire il vero tutti piuttosto mediocri e assai trascurabili e pertanto accantonati.
The Wardrobe è indubbiamente un titolo molto vicino allo stile Lucasarts, una scelta provvisoria o sarà la linea dei vostri prodotti futuri?
Per mia natura, sono una persona a cui piace sperimentare. Nel momento in cui riterrò, con The Wardrobe o altri titoli, di aver esaurito la mia necessità di esprimermi in questi termini, passerò certamente a qualcosa di diverso. Ho vari sogni nel cassetto e progetti che un domani vorrei avere la possibilità di realizzare, che siano avventure grafiche con un taglio differente o addirittura titoli completamente diversi.
Quali sono state le difficoltà nel realizzare questo gioco?
Certamente due: una cattiva progettazione a priori e la difficoltà nel coordinarci tutti all’interno del team. Il primo è dipeso dall’inesperienza latente e anche perché il gioco non era pensato per quello che è oggi. Di fatto mi sono ritrovato a rivedere e ingrandire il progetto man mano che ci lavoravamo e diventava qualcosa di importante, con tutte le perdite di tempo che ne possono derivare. É stato un po’ come ritrovarsi a girare un lungometraggio di 3 ore avendo in mano una sceneggiatura di un cortometraggio. Altro problema: il team è distribuito in giro per tutto lo Stivale. Lavoriamo via telelavoro con tutti i mezzi che la Rete ci mette a disposizione ma è chiaro che, soprattutto all’inizio, riuscire a trovare le misure per garantire un minimo di efficienza non è stato semplice, senza contare l’evidente overhead di tempo extra che un lavoro a distanza comporta rispetto ad uno con tutto il team in loco.
Quale game engine avete usato per The Wardrobe?
Il gioco gira su Unity3D appoggiandosi al supporto nativo per il 2D, ma inizialmente era realizzato in C# + OpenTK, un framework grafico e audio che semplificava parzialmente la programmazione sotto OpenGL.
L'idea di Skinny, lo scheletro, prende spunto o ha a che fare in qualche modo col gioco di grande successo Grim Fandango?
Me lo chiedono in molti: no, nessuno spunto. L’idea sia in termini di protagonista che di background narrativo sono nati dal proverbio “avere degli scheletri nell’armadio”. Il resto in un certo senso è una naturale conseguenza di questa scelta.

Gli appassionati di p&c stile '90 hanno visto ultimamente anche altri titoli adatti a loro: in cosa la vostra avventura dice qualcosa di nuovo?
Quando esce un’avventura grafica sento sempre dire “ispirata ai grandi classici come Monkey Island etc” ma l’ispirazione difficilmente è davvero diretta. Da videogiocatore ho visto negli anni questo vuoto rimanere spesso tale, salvo pochissimi titoli usciti nel tempo, e ho quindi deciso di provare a colmarlo in prima persona realizzando The Wardrobe. Dall’esperienza diretta maturata vedendo i giocatori alle fiere, chi ha amato le grandi avventure Lucas molto spesso ha anche apprezzato The Wardrobe. Unitamente a questo, il gioco ha degli elementi distintivi che saltano fuori fin dalle primissime battute, che sia il politicamente scorretto, l’abbattimento della quarta parete da parte di Skinny o un certo gusto per il citazionismo, anche se ci tengo a precisare che, diversamente da un titolo come Randal’s Monday, qui è un puro orpello accessorio fine a se stesso e confinato ad una dimensione ristretta, in modo da non mettere in secondo piano quelle che poi sono le originalità, le bizzarrie e le particolarità delle vicende narrate.
Ci puoi svelare se la storia sarà pienamente compiuta, oppure come va di moda oggi, avete preferito lasciare spazi per lo sviluppo di ulteriori episodi?
Anche di fronte a finali apparentemente ineluttabili è sempre possibile trovare un escamotage per continuare il discorso con un nuovo titolo. The Wardrobe non è pensato per avere degli sviluppi futuri, ma non mi sento di escludere un eventuale seguito nel momento in cui gioco venisse accolto da critica e giocatori con un certo entusiasmo.
Se ti dovessero chiedere quali sono le tue avventure grafiche preferite, risponderesti le classiche di Lucas Arts oppure nascondi nel cassetto altri titoli che ti hanno appassionato?
Delle avventure Lucas la mia top 3 è nell’ordine: “Day of The Tentacle”, “Monkey Island 2” e “Sam & Max”. Al di fuori dell’universo LucasArts dico “Tony Tough”, un’avventura grafica italiana che non ha avuto il seguito che avrebbe meritato.
Nel provare la DEMO siamo rimasti positivamente sorpresi dalla qualità delle musiche. Ci puoi dire di più sul comparto audio?
Il comparto audio viene curato interamente da SoundDream, uno studio di Salò davvero talentuoso e con cui abbiamo instaurato un ottimo rapporto anche a livello personale. Sono professionali al massimo, estremamente competenti e soprattutto molto disponibili. Tengono al progetto almeno quanto ci teniamo noi e per me quando lavoro con altre persone è un valore aggiunto importantissimo.
Cosa consigli ai giovani, e meno giovani, che vogliono cimentarsi nello sviluppo di avventure grafiche?
Di giocare molto, di prepararsi tecnicamente e all’inizio di sperimentare con qualcosa di più piccolo. Buttarsi a capofitto con qualcosa fuori dalla propria portata è un suicidio annunciato.
Cosa vuol fare Francesco Liotta da grande?
Spero che The Wardrobe sia il primo di una lunga carriera nel campo del game development, perché è ciò che voglio fare e continuare a fare nella vita.
Grazie Francesco e un bocca al lupo.
Crepi! E grazie ancora a voi.
Fortuna vostra che esisto...

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Electranovembre
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Re: Intervista a Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da Electranovembre »

Interessantissima intervista... in bocca al lupo a Francesco per il suo progetto... e, come dice lui... speriamo che sia il primo di una lunga serie che ci farà giocare :mrviolet:
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Raindog
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Re: Intervista a Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da Raindog »

E bravi Cinic! ;)
Gran bella intervista e speriamo in una bella realizzazione finale :D
Personalmente ho dato anche un contributo.
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KreativeX
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Re: Intervista a Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da KreativeX »

Complimenti per l'intervista!
Molto interessante! :roll:
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Niki
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Re: Intervista A Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da Niki »

Intervista interessante come il progetto, speriamo non si fermi qui'. ;-)
la verità e là fuori, ma non fidatevi di nessuno...

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davidwilding
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Re: Intervista A Francesco Liotta - The Wardrobe

Messaggio da davidwilding »

In bocca al lupo per la vostra avventura :dotto) :D
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