Darkness Within, sicuramente ricorderete, ha fatto conoscere ai videogiocatori forse il più grande scrittore di horror, H.P. Lovecraft. Nel primo episodio la Zoetrope Interactive ha evidenziato lo stile di Lovecraft in maniera tangibile . Finalmente dopo tre lunghi anni di attesa arriva in Italia il seguito, Darkness Within 2: La Stirpe Oscura, vestendo di nuovo i panni di Howard Loreid, ormai ex investigatore, sempre in preda a sogni inquietanti e simil-reali, oltre la costante “presenza” di Nolder.
In Darkness Within la storia consisteva, a grandi linee, nel trovare indizi riguardanti la sparizione di Nolder; questo capitolo invece tratterà la storia della stirpe dei Loreid, con un peregrinare tra sette, rituali e strane presenze ostili. Howard si sveglia in un cottage con una lettera di Nolder che lo indirizza al villaggio di Arkhamend per trovare un antico libro nella libreria Worm’s Feast, rimarcando che in mani sbagliate sarebbe la fine di tutto e il sorgere di un periodo oscuro per tutta l’umanità. Appena giunto ad Arkhamend, Howard si accorge da subito dell’omertà nei suoi confronti da parte degli abitanti e si convince che non deve dichiarare la sua vera identità. In qualche modo riesce ad ottenere delle informazioni e da quel momento inizia a combattere con il proprio passato, iniziando da un vecchio edificio abitato nel passato da persone legate ad alcuni omicidi nella foresta. Con il passare del tempo, tra ansie e paure, inizia a scoprire il mistero che si cela nel villaggio di Arkhamend.
Dal lato grafico non vi sono miglioramenti se non il motore grafico aggiornato e l’ottima gestione della telecamera, rivelandosi indispensabile per vivere realmente il momento in prima persona. Un punto a favore anche per l’illuminazione e le varie luci che variano a seconda dell’esigenza nelle varie zone, a volte lasciando delle zone scure che metteranno in allerta il giocatore con il solito timore di una sorpresina macabra. Le locazioni non si discostano molto l’una dall’altra ma in compenso sono abbondanti di oggetti e particolari in buon numero interagibili. Nota di demerito per l’audio: effetti ambientali ai minimi termini e niente a che vedere con il primo capitolo condito di effetti sinistri. Buona la localizzazione in italiano sia per voci che sottotitoli.
La struttura di base è con movimenti tramite tastiera e visuale a 360°, il gameplay non si discosta di molto dal suo predecessore con il solito sistema sui documenti: la possibilità di sottolineare le frasi di rilievo che aiuteranno nel proseguo del gioco combinate con altre. Siamo in stile avventura e non mancheranno di certo la raccolta degli oggetti, poterli osservare e combinarli con altri all’occorrenza. Gli enigmi sono molto vari e ben disposti e si differenziano tra: quelli interattivi con l’ambiente, le classiche azioni da portare a termine che in alcuni casi possono portare ad un inizio di frustrazione, e quelli standard. Un bel mix indubbiamente.
Valeva sicuramente la pena attendere qualche anno per Darkness Within, anche se alla fine dei conti è un prodotto leggermente inferiore al precedente, ma ci può stare tenendo conto che le differenze sono minime. Vi è un leggero difetto nel gameplay lento e pesante, un audio che poteva dare molto di più visto la tipologia del gioco, ma in compenso vi è un’ottima trama e una buona dose di enigmi che non guastano mai.
Non deluderà!
Voto: 72/100
