Il Mio Libro

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deniselu
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Il Mio Libro

Messaggio da deniselu »

a tutti quelli che vogliono lasciare un commento delle critiche dei consigli e un titolo appropriato sarò riconoscente buona lettura e aspetto il vostro parere


1. John

Era una sera come tante a Las Vegas . Il 2000 era sul finire. Uno di quei tramonti di Settembre che John Leithman era abituato a vedere con quella grande palla rossa come la chiamava lui l'aveva sempre associata alla pallina che usciva dalle mani del croupier che lentamente si nascondeva in una delle buche della roulette mentre il sole spariva nel deserto mentre John tornava a casa per cenare. Anche oggi aveva finito la giornata lavorativa e tra poco avrebbe potuto dedicarsi alla sua passione il casinò. Lavorava per una ditta di riparazioni di computer faceva le sue otto ore giornaliere. Si era trasferito da poco a Las Vegas da Los Angeles dove aveva cominciato una vita normale seria dopo i suoi trascorsi da "baro" eccellente. Quarant'anni moro altezza media viso impassibile e senza espressione sguardo fisso e una barba increspata questo era John che mentre cenava pensava a tutti i sacrifici che aveva dovuto fare per essere visto come un giocatore normale e non il temuto "baro" di una volta. Durante la sua permanenza nel carcere di Los Angeles aveva conosciuto Henry Webbster che lo aveva aiutato anche a trovare lavoro con le conoscenze che aveva in cambio di alcune indagini private per un suo caro amico e benefattore del dipartimento di polizia gestore di vari casinò di Los Angeles su come scoprire i metodi dei vari bari che volevano arricchirsi in maniera sporca come si diceva nel gergo delle scommesse con trucchi che erano fuori del regolamento. Ora poteva andare nei casinò e non avere più paura di vincere delle buone somme senza dovere essere portato nelle stanze buie delle penitenze dove" pagavi" le tue vincite. Ora il risultato della serata era affidato alla dea bendata. John si preparò camicia cravatta smoking e come sottofondo Philadelphia di Bruce Springsteen il "boss" l'autore preferito quello che aveva accompagnato la sua vita questo faceva parte di un cerimoniale scaramantico che ormai da anni era eseguito come un copione scritto. Chiamò la società dei taxi sono al 1978 di E Sahara Avenue vorrei un taxi la voce dall'altra parte della cornetta rispose tra cinque minuti sarà sotto casa sua arrivederci. Mentre il taxi percorreva la Las Vegas fwy John era assorto dai vari pensieri dai croupier che fossero stati presenti quella sera al tavolo del Blackjak a chi avrebbe avuto al sorridendo sperava di rivedere quella donna solare e piacevole che aveva incontrato un po' di tempo fa e che non gli era indifferente. Scapolo incallito per via del suo carattere troppo impetuoso forse un po' solitario John sentiva il bisogno di avere qualcuno al suo fianco. La voce del taxista lo riportò alla realtà siamo arrivati signore pagò la corsa e appena vide il Mirage subito gli scappò un sorriso di sfida a noi due e che la sorte sia con me tirò fuori la sua moneta fortunata la fece roteare in aria e si diresse all'entrata. Andò alla cassa cambiò il solito quantitativo scelto per giocare e poi si diresse al bar dove con un gesto salutò il barista che disse il solito John lui annuì. Il solito non era altro che un cocktail analcolico era convinto che oltre alla dea bendata serviva la lucidità massima per cogliere ogni lato debole dell'avversario al tavolo del blackjak. Alzando lo sguardo vide come molte persone di tante etnie razze ed età fossero attratte da tutti i diversi giochi tanti li solo per divertirsi tanti per cercare fortuna pochi sempre meno per cercare di truffare i casinò. Guardò il suo Vacheron Constantin a carica manuale classico senza cronometri solo con le tre lancette per i minuti le ore e i secondi e alzando lo sguardo disse andiamo a divertirci. Si diresse verso il tavolo del blackjak si mise alle spalle dei giocatori attendendo che uno dei giocatori si alzasse e lasciasse il suo posto. Passò quasi un ora e mezza ma finalmente John poté sedersi al tavolo e cominciare a giocare. passarono attimi fortunati a momenti di pura sfortuna lasciò una mancia al croupier ma alla fine John andò a riscuotere il doppio della somma con cui aveva iniziato. Chiamò un taxi e tornò a casa domani avrebbe potuto dormire era domenica e non lavorava. La settimana trascorse tranquilla il lavoro era andato bene e John salutò i colleghi era ora di andare a casa e rilassarsi un pò.Sabato era passato e John si apprestava a fare la solita serata al casinò per divertirsi tutto sembrava calmo ma quando il taxi arrivò sulla Las Vegas boulevard South la polizia stava chiudendo l'accesso davanti al Bellaggio e quindi John non poteva raggiungere il Mirage chiese all'autista di imboccare la via laterale per sbucare alle spalle ma tutto il quartiere era chiuso al traffico cosi John scese e vedendo un agente chiese cosa fosse successo l'agente non rispose disse solo che non poteva far passare nessuno questi erano gli ordini ricevuti dalla centrale. John insistette ma io devo andare al Mirage l'agente disse prenda la seconda strada sulla sinistra la percorra tutta giri a destra e sarà davanti al Mirage un pò scocciato di dover fare a piedi la strada John seguì le indicazioni e arrivò al casinò la serata passò senza grandi sussulti ma senza perdite vistose una serata pari la definì John che all'uscita si ricordò che doveva percorrere ancora quella specie di labirinto per poter chiamare la società dei taxi ed arrivare a casa. mentre si accingeva a fare il numero vide il un?altro poliziotto dopo un'attimo di indecisione gl dice ma tu non sei Anfrey Jacson l'agente gurdandolo dice si beh io sono John Leithman ti ricordi di me dopo un attimo di silenzio ci fu una amichevole stretta di mano ma certo al college eravamo nella squadra di football assieme John incuriosito gli chiede cosa fosse successo Anfrey gli spiegò che il direttore del Bellagggio era stato assassinato. John rabbrividì e chiese se si sapesse qualsos'altro ma l'amico rispose che lui non sapeva altro. Allora salutando il poliziotto si incamminò chiamando il taxi che lo riportò a casa. Il mattino dopo si svegliò come sempre e si recò a lavoro. La giornata scorreva veloce i soliti computer da sistemare con i problemi più banali arrivò l'ora del pranzo con i colleghi c'era una buona relazione nessuno sapeva il suo passato Webbster aveva coperto le sue ombre quindi agli occhi dei suoi colleghi era una persona normale. D'un tratto sentì una voce familiare ehi vecchia canaglia come và? si girò incuriosito di dare un volto a quelle parole e alzando lo sguardo vide la sagoma tozza e minuta della persona che gli aveva dato una seconda occasione una nuova vita. Ciao John come va? la voce sibilante e leggera era di Henry Webbster che ci fai da queste parti web sono venuto e vedere come stavi strizzando l'occhio gli fece un gesto quasi impercettibile agli occhi delle persone normali ma non a quelli esperti e attenti di un ex baro. si spostarono tranquillamente in un'altro tavolo e li il poliziotto spiegò il vero motivo della visita John ieri sera è successo un fatto molto grave la persona che hai aiutato con la tua esperienza è stata uccisa. Il cuore di John si bloccò e la mente fu invasa da vari pensieri si chiese tra se se era solo una coincidenza con la morte del direttore del Bellaggio o fosse un serial killer che ce l'aveva con i casinò o meglio di qualcuno che aveva perso tutto ma ad un tratto si fermo e si disse e se fosse la stessa persona. Fu riportato alla realtà da uno scossone John mi stai a sentire scusami ma sai ieri stavo andando al mirage e ho dovuto percorrere l'ultimo pezzo di strada a piedi perchè la polizia aveva bloccato tutte le vie d'accesso per qualcosa successo al Bellaggio solo al mio ritorno davanti alle transenne e ha un poliziotto rivisto dopo vent'anni ho scoperto il perchè di tanto trambusto era stato ucciso il direttore ora tu mi dici che l'uomo per cui collaboravamo è morta ma vuoi dirmi che si tratta della stessa persona si rispose il poliziotto e volevo sapere se avessi sentito o visto qualcosa che poteva essere utile per le indagini John scosse la testa e disse tutto cio che so te lo ho appena detto mi dispiace. Webbster disse se senti o vieni a sapere qualcosa fammelo sapere la risposta fu puoi contarci amico.




2. Mariano
Su e giu dalle ramblas quella strada percorsa mille volte ne conosceva anfratti vicoli e mille segreti di quella strada che veniva percorsa da tutti i personaggi come li chiamava lui da persone normali a quelle più stravaganti e particolari di questo pianeta c'era un pò di tutto a Mariano passavano sotto gli occhi tutte queste cose lui li a controllare che le giornate proseguissero nel modo migliore che non si svolgessero violenze scippi o altri crimini Mariano era in polizia da ormai sette anni il suo sogno era far parte della scientifica lo aveva sempre attratto il poter risolvere i delitti o le situazioni per cui erano necessarie le varie apparecchiature scientifiche. I suoi colleghi lo chiamavano il segugio perché quando lavorava ad un caso niente lo poteva distogliere fino a che non lo risolveva. Tutti avevano grande stima e ammirazione in lui. Studiava chimica biologica all'università gli esami fin qui superati con voti eccellenti lo spronavano ad andare avanti. Era fidanzato con una ragazza di dodici anni più di lui. Sembravano fatti a posta uno per l'altra. Maria questo il suo nome lavorava in un supermercato della città e a volte faceva i tarocchi per amiche o conoscenti era una seconda entrata per lei ma anche un modo piacevole per riempire le giornate. Era un lunedì come tanti altri la giornata scorreva normale senza nessun sussulto quando a fine turno mariano fu chiamato dal suo capitano nel suo ufficio. Il poliziotto si chiedeva tra se e se il motivo della chiamata del suo superiore mentre stava percorrendo il corridoio che portava dal capitano. Bussò e una voce roca acconsentì di entrare Blanco de Martino era il responsabile della stazione di polizia era un uomo sulla sessantina ormai in vista della pensione barba appena accennata scuro di capelli una mascella importante due occhi neri imperturbabili e l'inseparabile pipa in madreperla decorata con lo stemma della famiglia reale spagnola regalo del re per la carriera impeccabile siediti Mariano lo chiamava per nome perché era uno dei poliziotti migliori e uno dei pochi con cui aveva un rapporto più confidenziale. Sai quanto io ritenga che tu sia un agente valido e importante per questo distretto Mariano accennò un si con il capo bene riprese de Martino ma sai anche della nostra collaborazione con San Francisco certo rispose Mariano ricordandosi che alcuni anni prima avevano avuto per qualche mese dei poliziotti in visita per collaborazioni proprio di San Francisco per un importante operazione anti droga tra America e Europa. Si ricordava bene la determinazione e la preparazione in tutte la situazioni dei colleghi d'oltre oceano. Il capitano lo richiamò: Mariano dove hai la testa ti sto parlando e tu non sembri seguirmi Mi scusi signore rimembravo la visita dei colleghi americani. Proprio a questo proposito che volevo parlarti sono alle prese con un caso molto intricato e vorrebbero il nostro aiuto per essere sicuri che nel loro dipartimento non vi siano spie o talpe che mandino a monte l'operazione Capisco signore quello che non capisco è cosa c'entri io. Beh è semplice Mariano tu sei uno dei miei agenti migliori e vorrei affidarti questo compito che ne dici hai tutta la settimana per pensarci . Ma quanto durerebbe l'operazione disse il poliziotto il capitano rispose fino al suo compimento. Corrucciando la fronte Mariano disse ci penso e le faccio sapere capitano. E chiudendosi la porta alle spalle Mariano andò a casa. Maria lo aspettava a casa radiosa nei suoi capelli rossi con della ciocche bionde ricci e portati fino alle spalle minuta un metro e sessanta in forma smagliante nei suoi quarant'anni con un seno prorompente per il suo corpicino ma lei tuta pepe decisa e sicura come donna e nelle cose che svolgeva tanto che era già direttrice del supermercato dove lavorava il suo sorriso faceva passare la stanchezza a Mariano e lo gratificava e riempiva il suo cuore di amore si sentiva fortunato per avere al suo fianco una donna come Maria con cui si poteva affrontare qualsiasi discorso e sulla quale si poteva sempre avere un appoggio una parola di comprensione o un silenzio che culminava in un abbraccio che valeva più di cento parole. Maria accogliendolo in cucina con un sorriso che avrebbe sciolto qualsiasi iceberg disse: Amore ben tornato come è andata la giornata? tutto tranquillo rispose Mariano ricambiando il sorriso ma vorrei parlarti di una proposta che il capitano mi ha fatto. Lei si girò verso i fornelli e poi disse adesso vai a fare una doccia ceniamo e poi a stomaco pieno ne parliamo con calma sul volto di Mariano la tensione per la fretta di comunicare la notizia lasciò il posto alla serenità di avere al suo fianco chi lo capiva e sapeva di cosa aveva bisogno in qualsiasi momento, e poi disse avere te è come possedere il più grande dei tesori. Scese le scale dopo essersi tolto la stanchezza della giornata e si trovò davanti una tavola imbandita e lei che lo aspettava seduta a tavola più bella che mai attorniata da un aurea che rilassava e lo metteva di buon umore le passò alle spalle e quando si trovò dietro alla sedia la baciò con passione sul collo e poi le sussurrò un caldo ti amo all'orecchio. Mangiò con gusto e quasi non pensava più alla proposta del capitano quando Maria disse: allora cos'era questa cosa importante che devi dirmi? Mariano fu riportato alla realtà dalla voce della compagna diventò serio la prese per la mano la condusse fino al divano si sedettero uno di fronte all'altra e Mariano spiegò minuziosamente la proposta che gli era stata fatta e concludendo disse voglio prima sapere cosa ne pensi tu che ne dici poi insieme prenderemo una decisione. Maria sorrise e disse: Sai questo tuo gesto rende speciale ciò che ci lega sai che io leggo nei tarocchi ma di noi non ho mai chiesto niente alle carte perchè voglio scoprire e gustare vivere ogni momento della nostra storia vedo anche che nei tuoi occhi c'è la voglia di partire ma allo stesso tempo la paura di lasciarmi sola beh amore mio sai un pò di distanza servirà a vedere se il nostro legame è solido e importante o la passione è ciò che fa stare in piedi la nostra storia se dopo aver pensato deciderai di partire sai e saprai che io sono qui ad aspettarti sempre più tua e sempre più piena di amore. Mariano restò senza parole e un pò sorpreso dopo un'attimo riusci a far uscire le parole dalla bocca e quello che ne usci culminò in un abbraccio e in una notte di puro amore tra i due. era Martedì e Mariano ragionò su i pro e contro l'offerta del capo. Si disse in fondo ho tutta la settimana per decidere. Passarono i giorni e la mattina di Sabato il capitano lo mandò a chiamare entrò nell'ufficio di De Martino e sedendosi fu assaltato dal forte odore del tabacco sprigionato dalla pipa e subito dopo dalla roca voce del capitano allora Mariano cosa hai deciso! L'agente disse capitano sono giunto a una decisione e penso sia giusto dare la mia disponibilità in fondo è una buona occasione per la mia carriera e se non lo faccio ora che sono giovane non la farò più. De Martino come sempre senza cambiare espressione si compiacque e disse la settimana prossima ti farò avere il biglietto aereo e tutto ciò che ti potrà servire. Mariano disse parto la prossima settimana? si mercoledi al massimo giovedi perchè quando pensavi non siamo qui per giocare ma per lavorare. Ok capo sarò pronto bene ora vai a fare qualcosa non ci pagano per parlare ma per dare un servizio allo stato.
3. Alvaro e la conoscenza di Joel
Alla palestra Gimnasio de Boxeo Rafael Trejo situata nella vecchia Havana le giornate passavano veloci tra sudore e combattimenti l'aria sembrava essere magica sembrava di essere nel vero tempio della boxe e sentire la presenza del grande Teofilo Stefenson forse a detta degli amanti di questo sport il più grande campione di boxe di tutti i tempi c'erano sognatori veri talenti in questo angolo del mondo povero ma ricco di vero rispetto per la nobile arte veri e propri sportivi che cercavano di emergere non solo per orgoglio ma per dare un futuro alle proprie famiglie nel modo in cui credevano poteva essere migliore in quello dove si sentivano esprimere il loro potenziale. Tra questi c'era Javier Alvaro de Espinosa ormai trentatrenne che faceva il benzinaio aveva una moglie e due figli una femmina e un maschio e che nel tempo libero si dava alla boxe. Un infortunio a sedici anni aveva interrotto una carriera promettente e piena di soddisfazioni era stato travolto da una macchina mentre stava chiudendo le serrande e dei ladri lo avevano assalito per poter rubargli il guadagno della giornata gli aveva lesionato il tendine di Achille gli era stato sistemato ma non poteva saltare e muoversi agilmente come prima. Però la passione proveniva dal suo spirito dal suo cuore che lo portava sempre un paio d'ore dopo lavoro ad aiutare i campioni in erba oppure a scaricare la tensione della giornata. Alvaro aveva preso sotto la sua ala protettrice un giovane ragazzo di Camaquey conosciuto per caso a Marina Emminquey una sera dove dei balordi avevano infastidito la sua ragazza e la stavano molestando Joel questo era il suo nome si era scagliato sui quattro per difendere Marisol e in un attimo li aveva stesi Alvaro fu rapito dalla velocità e dalla precisione del ragazzo nello sferrare i colpi agli avversari. lo raggiunse e alzando le mani per non essere raggiunto dalla furia del ragazzo chiese serve aiuto i due si guardarono e risposero se puoi portarci via di qui è meglio prima che questi si rimettano in piedi e ci aggrediscano con le armi Alvaro si precipitò a prendere la sua cadilac degli anni settanta comprata con molti sforzi e rimessa a nuovo con sacrifici economici con il tempo e l'aiuto di un carissimo amico meccanico. Salite presto disse alla coppia di giovani chiusero gli sportelli e in poco tempo percorsero le calle 28 avenida 45 subito dopo il ponte twente almenides vicino alla spiaggia del Malecom e arrivarono alla casa di Alvaro una casa modesta su un piano a cui per arrotondare veniva affittato ai turisti una camera un bagno e la moglie preparava la colazione il pranzo e la cena. All'Havana era una cosa frequente venivano chiamate "case particular". Entrarono in casa e Alicia li accolse Amor che pasa todo bien rispose Alvaro e portò joel e Marisol nella camera degli ospiti visto il periodo non c'erano prenotazioni e quindi potevano usarla. Chiudendo la porta Alicia gli chiese chi sono dove li hai trovati? Alvaro la fece sedere e si sedette a sua volta cominciando a raccontare gli eventi accaduti poco prima eravamo a Marina Emminquey per l'addio al celibato di Osmany e uscimmo per fumarci un sigaro quando senti delle urla girai l'angolo e vidi la ragazza circondata da dei balordi che la stavano molestando quando in un istante vidi il ragazzo cominciare a prendere a pugni i tizi e a liberare la sua ragazza mi venne spontaneo andare a vedere se avessero bisogno di una mano. Sei sempre il solito Alvaro quel cuore te lo ho sempre detto che è troppo grande speriamo che non ci porti guai. Il giorno dopo i due giovani si alzarono e Alicia li accolse con una colazione abbondante e molto gradita dai giovani che sembravano non mangiare da giorni. Si presentarono e dalla cucina sbucarono come due topolini Yailin e Raul intimiditi ma allo stesso modo molto curiosi avendo sentito voci nuove. Joel prese Raul e lo sollevò facendolo sedere sulle sue ginocchia allo stesso modo fece Marisol con Yailin . Alvaro dov'è chiese Joel Alicia rispose è un bel pò che è uscito è a lavoro oggi è domenica e la mattina fa le pulizie per la settimana prossima per avere tutto pronto. La donna incuriosita cominciò a chiedere di dove erano come mai si trovavano all'Havana rispose Marisol siamo di Camaquey sa le ragazze vengono mandate qui nella capitale per cercare di trovare qualche turista che in cambio della loro compagnia possa aiutarle a mantenere le proprie famiglie io però ho Joel e poi voglio essere fiera di ciò che faccio come sa il nostro paese è piccolo e cercavamo lavoro ero andata a vedere se trovavo posto come cameriera o barista dopo aver girato tutto il giorno per locali ero stanca morta provai a Marina Hemminguay ma niente e poi ci siamo imbattuti in quei quattro brutti ceffi. Alicia disse sai penso di poterti aiutare io sai fare le pulizie si allora vieni con me la presentò a Giuliana una sua amica che aveva una piccola impresa di pulizie e dopo un breve colloquio la prese a lavorare con lei. Passavano i giorni e Joel per ricambiare l'ospitalità aiutava Alvaro alla pompa di benzina dove avevano anche allestito un lavaggio auto. L'uomo parlò al ragazzo e gli chiese se gli piaceva la boxe cosi scoprirono di avere una cosa che li accomunava. Alvaro cominciò a insegnare le basi a Joel che sembrava imparare e assimilare in fretta.

4. Un viaggio inaspettato
Finita la giornata a far si che tutto si fosse svolto in maniera regolare Mariano arrivò a casa e diede la notizia a Maria che lo sorprese per l'ennesima volta dicendogli che il passaporto e la valigia erano pronti in camera doveva preparare solo il bagaglio a mano lui la guardò prese il passaporto e lo portò al distretto il capitano era nel suo ufficio bussò e un quasi lamentò diede il consenso per entrare Mariano lasciò il documento sul tavolo e l'unica frase che sentì fu domani alle venti e trenta hai il volo domani in giornata ti farò avere il biglietto e tutto il resto e mi raccomando fatti onore e onora il distretto la sua risposta fu: può starne certo capitano. Era una mattina grigia uggiosa e carica di elettricità Mariano cominciava la sua nuova avventura si dirigeva all'aeroporto era sul sedile passeggero mentre Maria lo stava accompagnando con la sua macchina oggi faceva il pomeriggio quindi lo aveva convinto a farsi portare da lei a prendere l'aereo che li avrebbe tenuti lontani per un tempo indecifrato. Era sommerso da tanti pensieri come una barca in mezzo al mare che è al centro di una bufera non sapeva bene cosa lo aspettava come si sarebbe svolta l'indagine chi lo avrebbe affiancato e per di più stringeva nella mano la lettera che il suo capitano gli aveva consegnato con le spiegazioni dell'indagine per motivi di sicurezza arriverai all'aeroporto e troverai un nostro agente che ti porterà nel tuo alloggio dove ti dirà tutto per ora buon viaggio. Torre di controllo chiama Mariano rispondi d'un tratto si risvegliò dal suo stato di assenza mentale e vide Maria che lo guardava sono cinque minuti che siamo arrivati se non vuoi partire bastava dirmelo che non ti ci portavo a prendere l'aereo! con tono scherzoso aveva sdrammatizzato sulla partenza del suo compagno una lacrima scese sul viso di maria che in quel momento sembrava una bambina indifesa si baciarono appassionatamente e lui le disse tienilo con te fino al mio ritorno poi ti coprirò di mille altri baci tesoro mio. Scese dalla vettura una piccola utilitaria che la compagna aveva comprato parecchi anni fa e per dove abitava lei all'epoca era l'ideale perché la sua abitazione era situata nella zona vecchia della città tra viottoli stretti e case tutte attaccate dove con la sua macchinina sgusciava veloce e senza problemi. Aprì il baule e prese le valige e il bagaglio a mano e vedendo che dallo specchietto retrovisore Maria lo guardava si toccò il cuore e la salutò. Mariano fece un respiro profondo e si disse su vecchio mio una nuova missione ci aspetta. Dopo aver imbarcato i bagagli e essersi sistemato su una poltrona del terminal dove stava aspettando la chiamata per salire sull'aereo che lo avrebbe portato lontano da Maria e all'inizio di una missione che gli avrebbe arricchito di esperienza la carriera. Venti e trenta i motori rollavano e l'aereo decollò per la nuova avventura dopo un volo notturno e l'attraversamento dell'oceano Mariano che si era assopito fu svegliato dalla hostess che con un sorriso lo invitò ad allacciare le cinture ringraziandola sistemò la cintura e lo sguardo fu rapito dalle innumerevoli luci che venivano dalla città l'aeroporto era grande e in vista. L'atterraggio fu dolce si portarono al ritiro bagagli dove Mariano non trovò la sua valigia allora dopo aver chiesto al ufficio informazione dove si trovasse il deposito bagagli ci si diresse un pò seccato ma appena entrò trovò una sorpresa ad attenderlo. Una voce allegra disse"hola ombre benvenuto in america" Era Ryan Mellington l'agente che era stato in europa e aveva collaborato con lui nella operazione di alcuni anni fà. Come va vecchia canaglia si strinsero la mano con un abbarccio ecco la tua valigia sai è meglio essere visti da poche persone non si sa mai poi ti spiego quando siamo arrivati nel tuo nuovo alloggio. Capisco il mio capitano mi ha accennato qualcosa bene andiamo ok collega ho la macchina nel parcheggio dei dipendenti seguimi. Mentre percorrevano l'autostrada che li portava in città Mariano cominciò ad essere informato da Ryan del motivo avessero richiesto la sua presenza e sui dettagli dell'operazione. Sai amico mio sospettiamo che ci sia una talpa nel dipartimento stiamo lavorando a un caso molto complicato che coinvolge persone scomode e molto importanti e ogni volta che riusciamo a essere vicini ad incastrare qualcuno come per magia quest'ultimo riesce a trovare il modo per scagionare le accuse come se sapesse in anticipo le nostre mosse e quello che abbiamo scoperto. E io che cosa c'entro in tutto questo amico mio. Vedi Mariano tu arriverai come esperto scelto dal F.B.I per aiutarci sul caso devi cercare di trovare la talpa senza farti scoprire. Dovrai far finta di non conoscermi che io sia un estraneo come tutto il dipartimento. Bene lo farò e spero di essere in grado di esservi d'aiuto. Ma dimmi che ampiezza ha la vostra inchiesta ci stiamo lavorando ma abbiamo almeno tre omicidi collegati e pochi giorni fa da Las Vegas abbiamo ricevuto un fascicolo su un omicidio che sembra avere la stessa mano di quelli su cui stiamo investigando noi. Ma è assurdo da una parte all'altra della nazione. Sembra di si amico mio e il fatto è che non sono persone che hanno un legame tra loro ma sono figure molto note e altisonanti nella società. Eccoci arrivati queste sono le chiavi ora datti una lavata fai una bella dormita domani verso le dieci passerà una macchina a prenderti. Grazie Ryan a domani anzi agente Mellington si salutarono e dopo essersi messo a suo agio si stese a letto chiamò Maria e quandò terminò la telefonata si addormentò.
5. l'asso di quadri
all'areoporto San Carlos poco lontano da San Francisco atterrò un aereo privato dal quale scese un uomo con l'aspetto furtivo e che in un attimo sali su di una macchina che lo stava aspettando. Al numero 142 di Germani street A San Francisco in una piccola cantina di una casa isolata in una notte dove la luna era oscurata da nere nubi un gruppo di persone si era radunato con scopi per niente positivi. Il loro gran Maestro era vestito con una tunica grigia che aveva anche un cappuccio e una maschera di legno con un intaglio a forma di piramide nessuno dei presenti sapeva la sua reale identità perché chi lo aveva eletto era stato mandato lontano e per un giuramento scritto nessuno di loro doveva parlare se lo avrebbe fatto sarebbe stato ucciso dagli emissari dell'ordine i pochi eletti erano tutti riuniti e aspettavano con impazienza l'arrivo dell'ultimo componente il consiglio. Dopo alcuni minuti si sentirono dei passi scendere le scale della cantina e alla porta la parola segreta diede via libera all'entrata dell' ultimo eletto di ritorno da una missione importante si sistemarono ai loro posti e il gran maestro dichiarò aperta la riunione degli illuminati. Carissimi la nostra missione è appena cominciata i nostri informatori sono tutti ai loro posti e il nostro obbiettivo finale è in fondo al nostro percorso che ci aspetta allora emissario hai svolto il tuo incarico il gran maestro rivolse questa domanda all'ultimo eletto arrivato che alzandosi in piedi disse maestro fratelli tutto eseguito con successo la persona non è più in grado di infastidirci e il dollaro e l'asso di quadri sono stati sistemati. Allora possiamo dedicarci al prossimo obbiettivo e al piano per effettuare la nostra prossima mossa presto cominciamo a darci da fare amici miei abbiamo ancora molti tasselli da sistemare prima di arrivare a concludere la nostra opera. La Notte era nera e cupa come le trame degli illuminati.
6.Un nuovo campione
Era passato del tempo da quando Javier e Joel si erano conosciuti ormai vivevano assieme e lavoravano di buon accordo e la sera Joel veniva istruito e allenato nella nobile arte in pochi mesi cominciò a essere uno dei pupilli della palestra e tra pochi giorni avrebbe avuto il primo incontro ufficiale. Era un incontro di qualificazione per il torneo olimpico Joel era entusiasta e Javier era orgoglioso e pronto a vedere se i progressi del suo giovane allievo lo avrebbero portato lontano. Gli allenamenti erano intensi per via del lavoro che teneva impegnato il ragazzo ma Javier aveva un cuore grande e alla sera lasciavalibero il ragazzo per potersi allenare finendo lui la giornata alla pompa di benzina, poi lo raggiungeva per essergli d'aiuto come suo solito. Tutto era pronto fra quattro settimane sapremmo se hai la stoffa di chi parecchio tempo fa si allenava come te in questa palestra Joel sorrise avendo capito il paragone forse eccessivo secondo lui al grande Stevenson. Non vedo l'ora di cominciare questo torneo è una grande occasione e vorrei cercare di sfruttarla senza di te amico mio non sarei niente Joel abbracciò Javier e aggiunse sei come un padre per me e tu un buon figliolo rispose il benzinaio. La settimana correva veloce e l'organizzazione degli incontri era a buon punto furono stilati i tabelloni il toneo si sarebbe disputato ogni sabato e domenica per quattro settimane Joel era nella categoria dei massimi la giornata lavorativa era alla fine joel disse vado a casa a piedi cosi faccio un pò di allenamento e passo per la palestra a vedere i tabelloni sono curioso di vedere chi troverò sul mio camino Javier sorrise e si diresse verso la macchina per andare a casa. Il ragazzo cominciò a correre e arrivò davanti alla palestra nazionale trovando pubblicati i vari incontri e il suo primo avversario non era da sottovalutare come gli aveva insegnato Javier niente è facile nella vita ma niente è impossibile tutto dipende da noi e da come lo affrontiamo la mente deve essere sempre concentrata perchè tutto parte da li. Tornando a casa vide le persone che formavano la sua famiglia ad aspettarlo fuori dalla porta di casa. Allora chi è chiesero quasi all'unisono Javier Marisol e Alicia lui fece una faccia cupa e abbassò il capo senza dare risposta è uno forte chiese Javier per tutti allora chi è rispondici Joel alzò la testa e l'espressione del suo viso era piena di gioia e un sorriso illuminava il suo volto disse è il primo ostacolo per arrivare al traguardo per arrivare in fondo non importa chi è devo restare solo io. Tutti sorrisero ed entrarono in casa Alicia sei sempre il solito burlone e ora tutti dentro che se no la cena si raffredda. Era sabato mattina e il torneo ebbe inizio Joel era nello spogliatoio con Javier per oggi la pompa di benzina era stata messa in self service devo tenerti d'occhio ragazzo non vorrei che per l'emozione non ti ricordassi come si tira la boxe facendo un sorriso lo lasciò da solo a concentrarsi.
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Electranovembre
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Electranovembre »

Premetto che non ho ancora letto tutto dato che è un bel pezzo e sto andando a cena... ma la parte introduttiva che ho letto è davvero interessante... molto descrittiva... ben fatta firei :mrviolet:
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Terry
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Terry »

Ho letto tutto con attenzione e con molta fatica non avendo gli stacchi dei dialoghi
che rende facile la lettura ma che quì avrebbe rubato molto spazio. Che dire, non
sono un esperta di letteratura ma solo una divoratrice di libri, mi è piaciuto molto
la storia enche se solo all'inizio e adesso mi rimane la curiosità di come si evolverà,
per il titolo bisogna aspettare la fine della storia che solo tu conosci.
Vai avanti e mi auguro di vederlo pubblicato. Sinceri auguri e in bocca al lupo.........
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veraflo
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da veraflo »

Ciao Denis,devo dire che sono daccordo con Terry.
La storia è avvincente e incuriosisce: chi legge è invogliato ad andare avanti per scoprire cosa c'è dopo.
Non so se per esigenza di spazio per il forum però,devo farti un appunto:ho trovato che manca molto la punteggiatura in generale e questo,come diceva Terry,rende poco scorrevole e meno facile la lettura;inoltre in alcuni punti ti è capitato di ripetere le parole..
Immagino che la tua sia una prima stesura,un'impronta,che poi andrai a perfezionare...per cui per me stai andando alla grande! bravo! tanto di cappello!
shalommmmmm
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Adriano
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Adriano »

Mi ricordo di uno scrittore emiliano, Paolo Nori se non ricordo male, che adottava (penso lo faccia ancora, non l'ho più seguito) uno stile di scrittura simile; non solo usava pochissima punteggiatura, ma anche ripeteva spesso le stesse frasi due volte di fila. All'inizio si faceva fatica, ma poi entrati nello stile, diventava ... particolare.
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Raindog
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Raindog »

la trama è ok, la forma da rivedere... però sei sulla strada giusta! c'è gusto nella lettura!
continua così che poi ti indico anche un modo semplice e veloce per vederlo pubblicato (in digitale)
un in bocca al lupo!
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deniselu
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da deniselu »

grazie a tutti commenti consigli sono accettati con piacere le critiche pure perché è la mia prima stesura quindi tutto ciò che crediate sia giusto segnalare per me è solo un grande piacere e onore nei vostri confronti sapete scrivo dopo giornata dopo 12 14 ore nei campi ogni giorno quindi penso che la forma non sia proprio la più perfetta continuate coi vostri commenti grazie di cuore
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deniselu
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da deniselu »

Gli errori grammaticali sono dovuti al fatto che io a sedici anni ho dovuto abbandonare gli studi perché mio papà si è fatto male alla colonna cervicale lo hanno operato al San Raffaele a milano e dopo molti anni ora sta abbastanza bene niente lavori pesanti ma va con la macchina insomma è autonomo io ho sempre mantenuto i miei lavorando e quindi non ho potuto studiare ma non importa vedrete che migliorerò va via sperando che presto sarò in edicola con il mio libro:-)
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Electranovembre
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Electranovembre »

Gli errori grammaticali sono dovuti al fatto che io a sedici anni ho dovuto abbandonare gli studi perché mio papà si è fatto male alla colonna cervicale lo hanno operato al San Raffaele a milano e dopo molti anni ora sta abbastanza bene niente lavori pesanti ma va con la macchina insomma è autonomo io ho sempre mantenuto i miei lavorando e quindi non ho potuto studiare ma non importa vedrete che migliorerò va via sperando che presto sarò in edicola con il mio libro:-)
Lo spero tanto anche io :mrviolet:
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Raindog
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Re: Il Mio Libro

Messaggio da Raindog »

Gli errori grammaticali sono dovuti al fatto che io a sedici anni ho dovuto abbandonare gli studi perché mio papà si è fatto male alla colonna cervicale lo hanno operato al San Raffaele a milano e dopo molti anni ora sta abbastanza bene niente lavori pesanti ma va con la macchina insomma è autonomo io ho sempre mantenuto i miei lavorando e quindi non ho potuto studiare ma non importa vedrete che migliorerò va via sperando che presto sarò in edicola con il mio libro:-)
No, tranquillo dani, non ti devi giustificare!

Personalmente l'ho detto solo perché è l'unica critica fattibile a questo bel testo.
D'altronde esistono i "curatori" nelle case editrici, apposta per risolvere questi problemi.
Però, una volta ultimato il libro, rileggilo passo passo e magari con l'aiuto del web, cerca di migliorare almeno le cose più evidenti... tipo: i segni d'interpunzione prima del discorso diretto vanno messi, ne va della fluidità nella lettura... e anche per avere maggiori chance per la pubblicazione.

ok?

in bocca al lupo!
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